mercoledì 22 ottobre 2014

LA PREVALENZA DEL RETINO

Ha abboccato. Guarda come tira!!! Passami il retino. Grazie. Aspè che lo avvicino un altro po' a riva........  preso.
Guarda qui che bell'esemplare di rivoluzionario salmonato. Chiaramente vigoroso e sano, ha le branchie belle rosse, l'unica cosa rossa rimasta, lo sguardo attentissimo e le squame splendenti di vigore ribelle.
La tecnica di pesca consiste nel pasturare bene, cioè nel lanciare in acqua dei frammenti di informazione terrorizzante mista a paure ataviche impastate col Bimby insieme a generosi tranci di rivalsa tritata fina fina e mantecata col disfattismo. Poi aspetti che mangino il tutto e, una volta attratti, lanci l'amo con l'esca: non c'è più bisogno di sinistra, i tempi cambiano, si sta peggio e bisogna rifugiarsi a destra.
E lo vedi poi, come si ammassano per beccarsi l'esca del rassicurante robespierrismo che tumula sotto metri di autoeroismo il buonsenso e la ragione.
Sarà una pesca miracolosa.
Voi intanto accendete il barbecue. Almeno un po' di fiamma rivoluzionaria la farà.

mercoledì 24 settembre 2014

DI TUTT' ERBE UN FASHION

e veniamo ora all'articolo 18, con la nostra splendida Tatiana che indossa un modello svasato sui fianchi, che mette in rilievo le forme, adattissimo per chi dispone di un carovita molto stretto e un senno di media misura. Un capo sbarazzino e spregiudicato che ben si adatta ai diktat della Troika, disponibile anche in versione shortizzata con plissè in Terital, da abbinare a tacco 41bis. Sulla schiena notate uno spacco che mette in risalto le scapole e rende il capo adatto alle riunioni del PD. I colori sono pastellati, fibra in cotone pettinato a tessitura serracchiata, per dare al tessuto un tono di decisa dolcezza.
Delizioso.

sabato 26 aprile 2014

TALENT SCIO'

Gli ossessionati dal ruolo ipnotizzante della televisione stanno vivendo una stagione d'oro. Vedono confermata ogni loro teoria sulla capacità dei media di condizionare non solo i comportamenti mentali, ma anche gli atteggiamenti della coscienza critica.
L'esplosione dei talent-show, che sono poi i nipotini glamour della Corrida di Corrado, è riuscita realmente a convincere la gente che chiunque può diventare famoso almeno per un quarto d'ora, come profetizzava Andy Warhol.
Il concetto di dilettante allo sbaraglio ispira simpatia, solidarietà e al tempo stesso voyeurismo, per la serie "mò vediamo che combina, se s'emoziona, se piagne".
Una volta assimilato il concetto, qualche neuronista ben preparato ha deciso di trasportarlo anche in politica, contrapponendo il neofita volenteroso e onesto per definizione al vecchio marinaio di Transatlantico, aduso a cibarsi di codicilli, direttivi ed emendamenti fin da quando era una giovane premessa di qualche partito politico.
Disarmando la consueta e italica avversione verso chiunque faccia politica di mestiere (il principiante è percepito come estraneo a quel losco ambiente, e quindi come uno del popolo entrato nel palazzo a controllare), il principiante imbocca la corsia preferenziale del ribellismo condiviso, e si va a collocare nella cosiddetta "area di rigore".
In questo caso il termine va inteso sia come rigore ideologico, con adesione fedele e viscerale ad un complesso di ferree regole strutturali, sia come rigore a porta vuota, perchè lo scadimento del prestigio della politica è giunto ad un livello così basso che chiunque si presenti come estraneo a quel modello viene immediatamente accolto con benevolenza.
In questa area di autoreferenzialità, in questo limbo di bianche tuniche, in questo rave di neosessantottismo ci puoi infilare qualunque cosa, che certamente funziona.
E il laboratorio di inoculazione virus è la rete. Un altro dei massmedia. Quello più nuovo. Quello successivo al massmedia precedente con cui è stata formata la generazione dei padri.
E sempre per il concetto del dilettante, anche la rete è stata percepita come diversa dai media soliti che sono in mano ai regimi, perchè è fatta dalla gente. E la gente racconta la verità, mica come i politici di professione.
Quindi il luogo nel quale si esprime la gente dice cose vere. E questo luogo è internet, in cui ognuno può dire la sua, senza filtri, senza direttori responsabili nè comitati di redazione.
E lì salta il filtro tra la natura umana, coi suoi pregi e i suoi difetti, e ciò che il buonsenso del parlare in pubblico dovrebbe consigliare di dire.
Splendido.
Abbiamo un radioso passato davanti a noi.


domenica 2 febbraio 2014

A FIN DI BENE

Mea culpa, mea maxima culpa.
Ho compreso solo adesso l'ingiustizia dei miei feroci strali contro il movimento 5stelle.
Quando il fine è supremo, anche i mezzi scelti per perseguirlo possono essere piegati al metodo che si va a contrastare.
Si usano le stesse armi del nemico.
Ci si comporta come il nemico per dimostrargli di saper usare le sue stesse armi, avendo in più quella dell'onestà - contrapposta al vecchiume mangiasoldi -   che affascina e trascina.
Non avevo capito.
Stanno solo copiando il nemico per disorientarlo.
Basta osservare.
Le imitazioni di Borghezio, Larussa, Gasparri, Pannella in aula e fuori sono venute benissimo. Molto riuscita la riproduzione del turpiloquio, la gestualità da discarica, l'Inquisizione alla vaccinara.
L'imitazione di Alfano, poi, è sublime, ma disponendo di una immagine ben più gradevole per l'occhio femmineo. Il delfino che va in televisione dopo l'asportazione del punto G  è  insuperabile. Afferma di essere lì per libera scelta, e negherebbe anche sotto tortura di essere fido esecutore dei poke dell'imitatore di Berlusconi, anche quello riuscitissimo.
Meraviglioso.
Bellissimo anche il giornalista imitatore di Dudù, che ogni tanto finge di mordere per gioco e poi torna a darsi il fondotinta, con un'autoconsiderazione degna di Wanda Osiris.
E che dire poi di quello che imita le sallustiate, con un'imparzialità da trincea ammirevole?
Mi sento molto sollevato, ora che ho compreso.
"Il Fini giustifica i mezzi", si diceva quando un altro delfino contestualizzava e sminuiva le prodezze di Berlusconi e Brunetta.
Stiamo calmi.
Lavorano per noi.
Grazie.


p.s.: dite all'imitatore di Gianni Letta che ha troppi capelli.