sabato 26 aprile 2014

TALENT SCIO'

Gli ossessionati dal ruolo ipnotizzante della televisione stanno vivendo una stagione d'oro. Vedono confermata ogni loro teoria sulla capacità dei media di condizionare non solo i comportamenti mentali, ma anche gli atteggiamenti della coscienza critica.
L'esplosione dei talent-show, che sono poi i nipotini glamour della Corrida di Corrado, è riuscita realmente a convincere la gente che chiunque può diventare famoso almeno per un quarto d'ora, come profetizzava Andy Warhol.
Il concetto di dilettante allo sbaraglio ispira simpatia, solidarietà e al tempo stesso voyeurismo, per la serie "mò vediamo che combina, se s'emoziona, se piagne".
Una volta assimilato il concetto, qualche neuronista ben preparato ha deciso di trasportarlo anche in politica, contrapponendo il neofita volenteroso e onesto per definizione al vecchio marinaio di Transatlantico, aduso a cibarsi di codicilli, direttivi ed emendamenti fin da quando era una giovane premessa di qualche partito politico.
Disarmando la consueta e italica avversione verso chiunque faccia politica di mestiere (il principiante è percepito come estraneo a quel losco ambiente, e quindi come uno del popolo entrato nel palazzo a controllare), il principiante imbocca la corsia preferenziale del ribellismo condiviso, e si va a collocare nella cosiddetta "area di rigore".
In questo caso il termine va inteso sia come rigore ideologico, con adesione fedele e viscerale ad un complesso di ferree regole strutturali, sia come rigore a porta vuota, perchè lo scadimento del prestigio della politica è giunto ad un livello così basso che chiunque si presenti come estraneo a quel modello viene immediatamente accolto con benevolenza.
In questa area di autoreferenzialità, in questo limbo di bianche tuniche, in questo rave di neosessantottismo ci puoi infilare qualunque cosa, che certamente funziona.
E il laboratorio di inoculazione virus è la rete. Un altro dei massmedia. Quello più nuovo. Quello successivo al massmedia precedente con cui è stata formata la generazione dei padri.
E sempre per il concetto del dilettante, anche la rete è stata percepita come diversa dai media soliti che sono in mano ai regimi, perchè è fatta dalla gente. E la gente racconta la verità, mica come i politici di professione.
Quindi il luogo nel quale si esprime la gente dice cose vere. E questo luogo è internet, in cui ognuno può dire la sua, senza filtri, senza direttori responsabili nè comitati di redazione.
E lì salta il filtro tra la natura umana, coi suoi pregi e i suoi difetti, e ciò che il buonsenso del parlare in pubblico dovrebbe consigliare di dire.
Splendido.
Abbiamo un radioso passato davanti a noi.